Dicono di noi/Rassegna Stampa

IL SOLE 24 ORE Gennaio 2014 Il Product Placement compie dieci anni (...)

Dieci candeline spese con poco entusiasmo. Il product placement nel cinema italiano compie un decennio e, in realtà, come molti settori legati ai budget di marketing delle imprese, festeggia ma un po' sottotono. Introdotto nella legislazione italiana nel 2004 con il "decreto Urbani", lo strumento ha legittimato l'utilizzo di comunicazione commerciale all'interno di film e - dal 2010, grazie al cosiddetto decreto Romani - anche nelle produzioni televisive che oggi rappresentano più del 70% del mercato complessivo.

A tracciare un bilancio di questi dieci anni ci ha pensato un'analisi qualitativa e quantitativa realizzata da Gerardo Corti, anima del sito specializzato in product placement «Dy's news», che tra le altre cose contiene una banca dati molto articolata sul fenomeno. In totale, dal 2004 a oggi, il numero di film nei quali è apparsa qualche forma significativa di product placement è di circa duecento, anche se ampliando il conteggio a produzioni "invisibili" dal successo praticamente nullo si arriva a quasi il doppio. Solo nel 2013 se ne contano una quarantina.

Il mercato nel suo complesso vale poco meno di settanta milioni di euro, considerando gli investimenti di marketing su entrambi i mezzi. «Il numero di posizionamenti - spiega Corti - continua ad aumentare, e questo significa che lo strumento piace, anche se gli effetti della crisi si fanno sentire parecchio e hanno comportato una diminuzione consistente delle tariffe, sia nel cinema sia nella televisione».

I costi di un'operazione di product placement, variano ovviamente in base a molteplici fattori, consentendo una modularità accessibile ai grandi marchi ma anche alle piccole e medie imprese. Giusto per avere un'idea, nell'ambito televisivo si può arrivare alla soglia massima del milione di euro per le produzioni più complesse e un'esposizione da "protagonista" del marchio, passando per i programmi seriali pagati mensilmente, fino alla presenza in sceneggiati o altre produzioni dove la presenza si porta a casa con con 20 o 30mila euro.

Un range simile anche sul fronte cinematografico, dove le variabili sono rappresentate, tra le altre, dal cast e dalla capillarità della distribuzione. «Generalizzando molto - precisa Corti - si può ipotizzare che per un film di un certo successo si può ipotizzare un minimo di 15-20mila euro con posizionamento puro e semplice, in accordo con la produzione, mentre per operazioni integrate in scena si arriva intorno ai 40-60mila euro, per superare i 100-200mila euro con placement essenziali al racconto della storia.

«Da diversi anni - aggiunge Corti - il mondo del marketing sta sperimentando nuove forme di connubio tra i marchi e i contenuti, dalle webseries al più diffuso brand content e sicuramente ci saranno ulteriori novità, ma l'Italia, almeno per il momento si è mostrata poco ricettiva, privilegiando senza ombra di dubbio le commedie e i film d'autore nel cinema e i talent e gli sceneggiati per la televisione».

Tra i marchi più attivi in questo decennio - secondo il database di Dy's - con operazioni sia in televisione sia nel cinema risultano ovviamente quelli delle grandi imprese. Di rilievo le presenze di Poste Italiane (Uomo perfetto, Benvenuti al Sud, Benvenuti al Nord e Saturno contro), Telecom Italia (Quo vadis baby, Scusa ma ti voglio sposare e Femmine contro maschi), e Calzedonia (I Cesaroni, Natale in crociera, Amici e Grande fratello). E ancora le presenze nei talent di Enel (X Factor, ma anche Don Matteo e Masterchef) e di Barilla (ancora Masterchef e di altro genere la serie televisiva Anna e i cinque e il film di Pieraccioni Un fantastico via vai).

PUBBLICITA' ITALIA Marzo 2009 Nasce Dy’s World: analisi sul product placement e produzioni in anteprima (...)

Le aziende – spiega Gerardo Corti, presidente di dell’agenzia di product placement Dy's Group – possono visionare in anteprima quali saranno le opportunità cinematografiche, cioè le produzioni future italiane e le coproduzioni. Inoltre potranno richiedere l’analisi del proprio brand o di quello dei competitor sul cinema italiano (produzioni e coproduzioni dal 2003) sulla fiction (Sky dal 2008, Mediaset, Rai e La7 dal 2009) e dal 2010 anche su reality, show e altri format. Si tratta di una sorta di rassegna stampa su quello che succede nel mondo del grande e, presto, del piccolo schermo. In più, le aziende hanno la possibilità di conoscere in tempo reale il feedback del film, sia per quello in corso che per movie di anni passati, ottenendo cioè, giorno dopo giorno, l’andamento del box office, la vendita dei dvd, e i dati auditel. E’ uno strumento importante per aziende, case di produzione cinematografica, centri media, agenzie pubblicitarie, università, istituzioni e qualunque soggetto intenda avvalersi del product placement come strumento di comunicazione". Dy’s Group fa capo all’Associazione per il product placement che è nata a Lecco nel 1997 ad opera di Gerardo Corti e di altri appassionati di cinema e comunicazione (www.associazioneproductplacement.it). "Con l’arrivo - aggiunge Stefano Barbacini, responsabile dei progetti editoriali del gruppo Dy's - della direttiva europea sul product placement in parlamento si è finalmente innalzato questo sofisticato strumento a tecnica di comunicazione accessibile e utilizzabile da parte di tutte le aziende. Ovviamente, come per tutte le novità, bisogna fornire agli operatori del settore gli strumenti per capire, analizzare, e quindi decidere se utilizzare, e in che modo, questa nuova risorsa aziendale". (V. A.)

PRIMA COMUNICAZIONE n.339 Aprile 2004 pagg. 152-154 "L’invasione delle marche" di Anna Rotili (…)

Ma ora, spiega Gerardo Corti "tutto cambia. I rapporti tra le due parti saranno regolati da contratti chiari e di reciproca soddisfazione." (…) Esperto di Marketing e di Comunicazione della Dy's Group, Corti del product placement sa tutto. Lo studia dal ‘97 quando nessuno ne sapeva nulla, ha analizzato come lo si utilizza nel mondo, ha classificato 20mila esempi di collocazione di prodotto ed elaborato un sistema di parametri per la migliore valorizzazione di un brand. Ora la sua società si è trasformata in una delle prime agenzie di product placement . "Non è pubblicità, né sponsorizzazione, né publicity. Il product placement è uno strumento specifico di comunicazione che si basa sulla fruizione attiva dello spettatore. Non vende secondi ma emozioni. Se il film si riduce ad una sovraesposizione di marchi, sia sponsor sia produttori otterranno magri risultati. Il prodotto deve essere plausibile ed integrato nei meccanismi spettacolari del film. Per far bene ci vogliono nuove personalità che riuniscano competenze di marketing e di cinema e soprattutto bisogna lavorare fin dalla prima idea del film".

FASHION – IL SETTIMANALE ITALIANO DELLA MODA n. 1499 del 20 Feb. 2004 pagg. 130-131 "Legale anche in Italia" di Vanna Assumma (…)"

Proprio per questo (per evitare la semplice citazione nei titoli di coda, che non soddisfa nessuno, ndr.) è importante studiare bene il giusto posizionamento - spiega Gerardo Corti, responsabile dell’agenzia di product placement Dy's Group-. Ogni marchio  ha una sua storia e particolari valori e questo devono risaltare in scene clou. Appositamente studiate per valorizzare il brand. Grazie al nuovo decreto legislativo ora diventa tutto più facile e si tratta quindi di sedersi a tavolino con azienda, casa di produzione e agenzia di consulenza intermediaria, per studiare le leve strategiche migliori del posizionamento. A quali agenzie rivolgersi? Precisiamo che, data la mancanza di regolamentazione sul product placement (…) assistiamo ad una sorta di gara tra agenzie di pubblicità, studi di pr, operatori della comunicazione. Bisogna dire, però, che in Italia esistono alcune società specializzate proprio in product placement attive in questo settore ormai da diversi anni. Una di queste è Dy's Group: "Lavoriamo da tanto tempo in questo settore –spiega Gerardo Corti- proprio con l’obiettivo di diffondere la cultura del product placement in Italia, cercando cioè di lavorare su questo strumento in un’ottica strategica che tenga conto delle caratteristiche tangibili ed intangibili del brand. Il fine è quello di far sì che il prodotto non venga collocato in modo passivo nel film, giusto per farlo comparire, ma che diventi invece protagonista in modo intelligente e non invasivo".

ELLE Dossier sul product placement giugno 2003 pagg. 135-136 "Spot si gira" di Monica Piccini

Sì LOGO (…) festeggia il primo compleanno di Dy’s Chronicles, prima web-zine italiana di product placement, nuova strategia che punta a pubblicizzare un prodotto nel cinema, e di comunicazione. La pubblicazione accoglie le migliori "apparizioni" del 2001. E riferisce curiosi aneddoti.

LA REPUBBLICA

Dossier sul product placement del 18/02/2003 pg. 28-29 "Che bel film sembra uno spot!" di Riccardo Staglianò In italia "product placement " si traduce con "pubblicità ingannevole" e, come tale, è proibita dalla legge. "Il messaggio pubblicitario –recita l’art. 4 del DL 74/92- deve essere immediatamente riconoscibile come tale" (…). Ma il confine è spesso labile e la scelta italiana –sostiene Gerardo Corti, evangelista del product placement nel nostro paese e direttore della newslwetter "Dy’s Chronicles" che ha stilato la classifica dei migliori esempi del 2002- è un po’ ipocrita perché contrattualizzato o meno, il piazzamento di prodotti nei film è una realtà anche da noi.

www.dispenseronline.it (RAI 2) Novembre 2002

Se vi siete sempre divertiti a scovare marche e brand tra i fotogrammi dei vostri film preferiti, allora non resta che collegarvi al sito della Dy's Group, società che analizza il product placement dalla nascita del cinema al giorno d’oggi. (…) Roba da far inorridire tutti i No Global del mondo, ma che certamente manderà in brodo di giuggiole gli appassionati del product placement che da oggi hanno anche la loro Bibbia, un volume pubblicato dalla JMN che si intitola per l’appunto Sì LOGO

www.arrangement-group.de dell’agenzia di product placement tedesca Arrangement Group Giugno 2002

Internationales Product Placement Am 7. Oktober 2002 wurde auf einer Konferenz in München die Gründung der "European Placement Association" beschlossen. Es soll sich dabei um eine europäische Internetplattform handeln, auf welcher aktuelle Informationen über das Thema Product Placement zu finden sind. Informationen über Product Placement in Italien finden Sie unter www.dyschronicles.com

DM&C–DIRECT MARKETING & COMUNICATION

Dossier sul product placement Gen/Feb 2002 pagg. 10-12 "Se lo usa Marilyn lo voglio anch’io" di Grazia De Benedetti A caccia di "Dy’s Chronicles In un giorno del gennaio 2001 Gerardo Corti s’è inventato Dy’s Chronicles (www.dyschronicles.com), la prima webzine italiana di product placement e di comunicazione, come si definisce. Vi scrivono gratis alcuni cultori del genere che, come indica il numero di contatti e abbonamenti (gratuiti) al sito, ha molto successo. Essi raccontano in modo divertente i casi di "PP" nei film e non solo: una vera e propria caccia, attraverso i vari generi e tutta la storia del cinema. I collaboratori di Dy’s hanno un club a cui fare riferimento, la Dy's Group (www.jmnanddy.com), che si occupa di studio e analisi di product placement. Dy's Group è in grado di offrire consulenze e informazioni, anche grazie all’enorme database, di cui si può vedere una sintesi on-line su Dy’s.

IL PICCOLO del 23/12/2001 pag. 32 "Con il Grande Fratello trionfa la TV del nulla" di Giorgio Placereani

Citiamo un’osservazione di Roberto Colombo sull’intelligente rivista web "Dy’s Chronicles": "La scelta dei personaggi sembra essere stata fondata su un teorema: l’anno scorso hanno fatto successo Pietro e Marina? Bene, riempiamo la casa di Pietro e Marine, o meglio di aspiranti Pietro e aspiranti Marine".

IL SOLE24ORE

Dossier sul product placement del 06/12/1999 "Uno spot dentro il film e il prodotto gira il mondo" di Madela Canepa Qualcosa però sta cambiando. Nelle aule universitarie si comincia a parlare di product placement come di una tecnica vera e propria di comunicazione. Lo dimostra la tesi di laurea di Gerardo Corti, laureando alla Facoltà di Economia dell’Università degli studi di Milano Bicocca, dedicata proprio a questo argomento, che ha fornito più di uno spunto alla realizzazione di questo servizio.

Product Placement News

UN CHANEL N.5 NON BASTA PER ELVIS

Priscilla (Sofia Coppola, USA, 2023)
mercoledì 20.11.2024

DIARIO VISIVO (Richard Lester)

Esordi e primi film
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DIARIO VISIVO (fantascienza dal passato)

Il pianeta ribelle; Dante's peak; Orchidea selvaggia
domenica 17.11.2024

DIARIO VISIVO (Recuperi dalle piattaforme)

Arcadian; Naked harbour; The outfit
domenica 17.11.2024

I tweet del CEO


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