La Storia

L'utilizzo della stampa nei Film La svolta del Product Placement negli anni '70 Gli anni 90 in america
Storia L'utilizzo della stampa nei film La svolta degli anni '70 Gli anni '90 in USA
Propaganda La potenza delle star Gli anni 70 in Italia Il nuovo millennio
I film di Propaganda La potenza delle star Gli anni 70 in Italia Il nuovo millennio
Acme Il boom in Italia Gli anni 80 I casi più famosi
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Cinema Sonoro La pubblicità subliminale Gli anni 80 e 90 in Italia  
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Da "A sud di Band Aid – Il product placement nella comunicazione aziendale" © Gerardo Corti, il primo capitolo completo  della storia del product placement dai Lumierè ai giorni nostri. Il capitolo più utilizzato per tesi, articoli e saggi sull'argomento finalmente a disposizione nella sua versione integrale.

Il fenomeno Acme.

 

 

Se è della Acme è scompisciante.

Marvin Acme[1]

 

   Il secondo fenomeno, decisamente più goliardico, è segnato dalla nascita di quella fantomatica società che per anni fornirà le attrezzature più assurde e sconclusionate all’industria cinematografica di Hollywood.

   Partita come XXXX[2], la marca si evolve ed in pochissimo tempo si trasforma nella celeberrima ACME. La ACME Products Corp, fondata da Marvin Acme, che morirà schiacciato da una cassaforte in Chi ha incastrato Roger Rabbit?, fa il suo primo ingresso nel mondo dei cartoni di Tex Avery, per poi diffondersi velocemente in ogni altro genere, fornendo un’abile palestra per il successivo sviluppo del product placement.

   Della ACME Product Corp.[3] sono ad esempio gli elettrodomestici, la salsa chili extra hot e tutti gli oggetti che compaiono nel cartone animato iniziale di Chi ha incastrato Roger Rabbit?, il Bazooka di Martial il marziano dei Looney Toons, i dischi su cui ha inciso le sue canzoni Eddie (Meatloaf) in The Rocky horror picture show (Jim Sharman, Usa, 1975), il negozio di libri nel quale si reca Philip Marlowe (Humprey Bogart) per cercare di risolvere il mistero de Il grande sonno (The big sleep, Howard Hawks, Usa, 1946), il furgone che prende a prestito l’ispettore Clouseau (della Acme Pool Service) nel corso della sua sconclusionata indagine ne La Pantera Rosa colpisce ancora (The return of the Pink Panther, Blake Edwards, Gb, 1975), le vele per far navigare un palazzo in Monty Python il senso della vita (Monty Python’s The meaning of life, Terry Jones, Gb, 1983) e così via, arrivando addirittura ad essere una copertura per James Bond (Acme Pollution Inspection) in visita allo stabilimento petrolifero del suo antagonista in Agente 007 - Una cascata di diamanti (Diamonds are forever, Guy Hamilton, Gb 1971)[4].

   Il marchio Acme fa la sua comparsa in decine e decine di film fino agli anni settanta, ma negli anni ottanta le apparizioni diminuiscono drasticamente. Probabilmente il fatto è dovuto all’enorme sviluppo del product placement avvenuto in quel periodo; come vedremo, le marche, ormai, non solo accettano di posizionare il proprio logo su ogni genere di oggetto,[5] ma hanno cominciato ad invadere anche il mondo dei cartoni animati, relegando così il marchio Acme ai soli Looney Toons.[6]

   Recentemente è comunque apparsa come supermercato (o negozio di zucche) in uno dei più bei film degli ultimi anni, Il sesto senso (The sixt sense, M. Night Shyamalan, Usa, 1999), inquietante film new age prodotto dalla Walt Disney.[7]  

   Ma la Acme ha avuto anche numerosi figli.

   Nei film a cartoni della Walt Disney non si usavano i prodotti Acme ma altre marche completamente inventate, fra le quali la più famosa rimane la Kanine Krunchies, sponsor di Thunderbolt, il programma preferito dai cuccioli dalmata ne La carica dei 101 (101 dalmatians, Wolfgang Reithermann, Usa, 1961).

   In questi ultimi anni è poi scoppiato il caso Cheesy Poofs, sorta di patatine al formaggio mangiate in quantità industriale da Cartman, uno dei quattro piccoli protagonisti della serie culto a cartoni animati South Park di Trey Parker e Matt Stone, che hanno generato un’infinità di fans su internet, soprattutto dopo la divertentissima puntata in cui il protagonista riusciva a partecipare alla pubblicità televisiva dei Cheesy Poofs vestito da patatina. 

   In Italia le marche fasulle nascono nelle commedie, quando la parodia è talmente evidente da non poter usare un marchio.

   Il protagonista di Se fossi deputato (Giorgio Simonellli, I, 1949) è costretto ad inserire il logo del panettone Brambilla per poter finire il suo film “Il piede del defunto”, Bud Spencer deve accettare il finanziamento della marmellata Puffin (Solo Puffin ti darà forza e grinta a volontà) per poter compiere la sua traversata dell’oceano.[8] Abbiamo poi le Colombe Cocozza[9] che avvelenano un ministero, le industrie Pantac[10] che organizzano un attentato alla regina Elisabetta, il formaggio Straccolone[11] che inquina i fiumi, il pollo rigato (che ruspa nel sagrato) che finisce in tribunale[12] e così via.

   Le finte marche possono essere anche essere semplicemente utilizzate per la creazione di strane campagne pubblicitarie come quella della lingerie Giuseppe Marletti (che rende belli tutti i petti)[13] e possono avvicinarsi moltissimo a quelle esistenti, come il dentifricio Pasta del Colonnello prodotto da Lando Buzzanca ne Il cav. Costante Nicosia demoniaco, ovvero Dracula in Brianza (Lucio Fulci, I, 1975) o il panettone Botta, contro il quale combatte l’inventore della torta Susanna in Susanna tutta panna (Steno, I, 1957).



[1] Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Robert Zemeckis, Usa, 1988.

[2] Il primo caso catalogato negli archivi della Dy's Group è quello di Porky’s duck hunt cartone animato di Tex Avery del 1936 (che fra l’altro vede la nascita di Daffy Duck), dove la marca compare su alcune casse usate nel corso del cartoon.

[3] Che nel corso degli anni si rivelerà essere una divisione della meno conosciuta  DIPPI (Dangerously Innovative Product and Patents Incorporated).

[4] Più che una copertura è una delle solite battute rivolte da Bond al suo acerrimo nemico Blofeld (S.P.E.C.T.R.E.), peccato che la frase “Good morning, gentleman! The Acme pollution inspection. We’re cleaning up the world We thought this was a suitable starting point.” nella versione italiana diventi “Buongiorno signori! Comitato per la disinfestazione. Ripuliamo il mondo e riteniamo che questo sia il punto più sporco” cancellando così il marchio Acme e metà della battuta di Bond. 

[5] Nel soft porno Flesh Gordon - Andata e ritorno dal pianeta Porno (Flesh Gordon, Michael Benveniste & Howard Ziehm, Usa, 1974) l’astronave è Volkswagen e durante viaggio spaziale incrociano un “meteorite” della Lucky Strike.

[6] Il personaggio più popolare di quest’ultima stagione di cartoni è senz’altro Brain, topo intelligentissimo, che dal laboratorio Acme, dove lavora come cavia, tenta, in ogni puntata, di conquistare il mondo.

[7] Attraverso il marchio Hollywood pictures.

[8] Chi trova un amico trova un tesoro, E.B. Clutcher, I, 1981.

[9] Totò, Fabrizi e i giovani d’oggi, Mario Mattioli, I, 1960.

[10] Dr. Jekyll e gentile signora, Steno, I, 1979.

[11] Giovannona Coscialunga, disonorata con onore, Sergio Martino, I, 1973.

[12] La pretora, Lucio Fulci, I, 1976.

[13] Gerarchi si muore, Giorgio Simonelli, I, 1961.


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