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Da "A sud di Band Aid – Il product placement nella comunicazione aziendale" © Gerardo Corti, il primo capitolo completo della storia del product placement dai Lumierè ai giorni nostri. Il capitolo più utilizzato per tesi, articoli e saggi sull'argomento finalmente a disposizione nella sua versione integrale.
Il nuovo millennio.
Combattere gli alieni è un lavoro duro,
così come combattere la
forfora, per questo
abbiamo sempre con noi una
confezione di
Head & Shoulder.
Julianne Moore, David Duchovny, ...
Nuovo
millennio il product placement si evolve in maniera sbalorditiva, a tal punto
che, mentre da una parte diverte e stupisce il pubblico, dall’altra mette sul
chi va là i giornalisti che cominciano (non solo in Italia) a scrivere fiumi di
parole su questo fenomeno “appena inventato” amplificandone ovviamente l’effetto
e la pubblicità sia del film che delle marche che hanno deciso di collocarsi al
suo interno.
Si
comincia alla grande nell’estate del 2000 con due blockbusters americani:
Mission to Mars di Brian De Palma e
Mission Impossible 2 di John Woo.
Il primo,
di cui il Dizionario Mereghetti scrive giustamente
“... più che a un film sembra di vedere uno spot della Nasa e di vari prodotti
commerciali che giocano un ruolo chiave in alcune scene”, contiene una scena
spettacolare (forse la più bella del film) in cui i componenti della missione
riescono a riparare l’astronave e a salvarsi la vita proprio grazie ad una
confezione spaziale di Dr. Pepper, mentre il secondo comincia con la missione
affidata all’agente Ethan Hunt grazie a dei sofisticati occhiali Romeo’s della
Ockley, con il reclutamento della bella ladra Nyah Nordoff-Hall mentre sta
rubando un prezioso Bulgari, con un inseguimento spettacolare fra un Audi ed una
Porche che ovviamente (considerato il fatto che appartengono alla stessa
famiglia) si equivalgono in prestazioni e così via fino ad arrivare alle
incredibili acrobazie che Cruise riesce a fare con una Triumph nel finale del
film. Praticamente impossibile non apprezzarli.
I due film
vengono però in pochissimo tempo sorpassati e i loro piazzamenti “dimenticati”
in quanto fanno la loro comparsa altri tre importanti casi destinati a fare
“scandalo”: Cast away film di Robert
Zemeckis dove un top manager della FedEx naufraga su di un isola deserta
riuscendo a sopravvivere proprio grazie ai pacchi della sua azienda,
What women want (Nancy Meyers, Usa, 2000) con Mel Gibson coinvolto in una
sfida con la sua collega Helen Hunt per la nuova pubblicità delle Nike ed
Evolution che racconta di un’invasione aliena sventata grazie a Head &
Shoulder e dei protagonisti della vittoria ingaggiati dalla Procter & Gamble per
la pubblicità dello shampoo che viene mostrata nel finale del film.
Nessuna di
queste idee per la verità è nuova, ma il modo di proporle è
diventato più intrigante, più elaborato e sicuramente di maggior effetto.
Per quanto
riguarda i primi anni di questo decennio si possono trovare alcuni trend comuni.
Innanzitutto il prodotto viene sempre più spesso utilizzato in maniera
spettacolare o divertente come dimostra
la Wonderbra che fa indossare il proprio reggiseno a Mel Gibson
in What women want poco prima di farlo
cadere nella vasca da bagno dove subirà una sorta di elettroshock, della Triumph
che fa un’operazione quasi analoga con Lau Ching-wan e Louis Ko ne
La brasserie (Chuet sai hiu bra, Patrick Leung,
Hong Kong, 2001) film comico interamente basato sul reggiseno e di Victoria’s Secret,
la più importante casa di biancheria intima americana, la cui pubblicità con
Lara Flynn Boyle in mutandine e reggiseno appare sul primo giornale trovato
dall’alieno appena sbarcato sulla terra che decide così di assumere le sembianze
della modella in Men in Black 2 (Barry
Sonnenfeld, Usa, 2002).
Un altro
trend abbastanza diffuso in questi anni è stato quello di far lavorare i
protagonisti del film per aziende note. Si va appunto da Tom Hanks per FedEx in
Cast away che spiega le regole per
avere successo nel campo delle spedizioni, Helen Hunt “rubata” dalla Sloane
Curtis alla DDBO dove faceva la supermanager in
What women want alla bella Justine Waddell che lavora come commessa alla
Virgin di New Orleans in Dracula’s legacy
(Dracula 2000, Patrick Lussier,
Usa 2001) a Jenna Elfman che convince McDonald’s a non lanciare un nuovo tipo di
McMenù in Tentazioni d’amore (Keeping the faith, Edward Norton,
Usa, 2000) fino a Giovanni Storti che fa il manichino per Coin in
Chiedimi se sono felice (Aldo,
Giovanni, Giacomo, Massimo Vernier, I, 2000) a Rupert Everett commesso per
Bulgari in South Kensinghton (Carlo
Vanzina, I, 2001) e a Dario Grandinetti giornalista di El Pais in
Parla con lei (Hable con ella,
Pedro Almodovar, E, 2002).
Interessanti anche le parodie delle pubblicità fatte dai protagonisti dei film.
fra le più riuscite quella true della Bud in
Scary Movie (Keenen Ivory Wayans, Usa, 2000),
quella di Nike in Scary Movie 2 (Keenen Ivory Wayans, Usa, 2002) e quella delle Mentos in
Shriek - Hai impegni per venerdì 17?
(Shriek if you know what I did last Friday
the 13th, John Blanchard,
Usa, 2000).
L’ultimo “caso” scoppiato in ordine di tempo è stato quello
di Minority report (Steven Spielberg,
Usa, 2002) film che ripropone alcuni storici casi di product placement in
versione futurista.
Fra le 19
brand presenti i migliori posizionamenti spettano a Guinness, American Express e
Blu di Bulgari, con cartelloni pubblicitari tridimensionali che riconoscono il
consumatore attraverso la retina e lo chiamano per nome invitandolo a comprare
il prodotto. Bello in tal senso anche il posizionamento di GAP con negozio con
ologramma che nello stesso modo riconosce il cliente ricordandogli esattamente
quand’è stata l’ultima volta che ha fatto visita allo show room.
Fra gli
altri posizionamenti interessanti ci poi quelli della Lexus, la cui macchina del
futuro è già stata definita come un impossibile oggetto del desiderio, e
la Revo con il posizionamento dei suoi occhiali che ricorda
vagamente quello di un giornale in
Sette note in nero di Lucio Fulci del 1977 e che sta alla base del mistero
film.
..., Sean William Scott e
Orlando Jones in Evolution,
Ivan Reitman,
Usa, 2001.
Dopo
essere stato salvato Chuck Noland (Tom Hanks) viene festeggiato nel quartier
generale della Fedex dal presidente della società e dai dipendenti: tutti
rigorosamente autentici.
E non
solo il film, che si svolge in una agenzia pubblicitaria di New York, contiene
la bellezza di 50 posizionamenti da manuale.
In Italia
l’uscita del film in videocassetta fu poi sponsorizzato dallo shampoo.
La birra
uccide gli zombi in Zombies party
(Rodd Matzsui, Usa, 1989), Cuba Coodding jr. appare in una pubblicità nel finale
di Jerry Maguire (Cameron Crowe, Usa, 1997), James Cagney lavora per la filiale di una
nota bibita a Berlino in Uno, due, tre
(One, two, three, Billy Wilder, Usa,
1961) mentre numerosi sono stati i film che riguardavano le campagne
pubblicitarie di determinati prodotti.
Il film
si è classificato ai primi posti nelle classifiche orientali dell’anno ed ha già
visto un seguito.
La scena
risulta particolarmente divertente in quanto l’agente John Anderton (Tom Cruise)
si è appena fatto trapiantare nuovi occhi da un medico clandestino e attraverso
il commesso veniamo a sapere che erano quelli di un giapponese.