La Storia

L'utilizzo della stampa nei Film La svolta del Product Placement negli anni '70 Gli anni 90 in america
Storia L'utilizzo della stampa nei film La svolta degli anni '70 Gli anni '90 in USA
Propaganda La potenza delle star Gli anni 70 in Italia Il nuovo millennio
I film di Propaganda La potenza delle star Gli anni 70 in Italia Il nuovo millennio
Acme Il boom in Italia Gli anni 80 I casi più famosi
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Cinema Sonoro La pubblicità subliminale Gli anni 80 e 90 in Italia  
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Da "A sud di Band Aid – Il product placement nella comunicazione aziendale" © Gerardo Corti, il primo capitolo completo  della storia del product placement dai Lumierè ai giorni nostri. Il capitolo più utilizzato per tesi, articoli e saggi sull'argomento finalmente a disposizione nella sua versione integrale.

Il nuovo millennio.

 

 

 

                                                                                                   Combattere gli alieni è un lavoro duro,

                                                                                                  così  come combattere la forfora, per questo

                                                                                                  abbiamo sempre con noi una confezione di

                                                                                                  Head & Shoulder.

Julianne Moore, David Duchovny, ...[1]

 

   Nuovo millennio il product placement si evolve in maniera sbalorditiva, a tal punto che, mentre da una parte diverte e stupisce il pubblico, dall’altra mette sul chi va là i giornalisti che cominciano (non solo in Italia) a scrivere fiumi di parole su questo fenomeno “appena inventato” amplificandone ovviamente l’effetto e la pubblicità sia del film che delle marche che hanno deciso di collocarsi al suo interno.

   Si comincia alla grande nell’estate del 2000 con due blockbusters americani: Mission to Mars di Brian De Palma e Mission Impossible 2 di John Woo.

   Il primo, di cui il Dizionario Mereghetti scrive giustamente “... più che a un film sembra di vedere uno spot della Nasa e di vari prodotti commerciali che giocano un ruolo chiave in alcune scene”, contiene una scena spettacolare (forse la più bella del film) in cui i componenti della missione riescono a riparare l’astronave e a salvarsi la vita proprio grazie ad una confezione spaziale di Dr. Pepper, mentre il secondo comincia con la missione affidata all’agente Ethan Hunt grazie a dei sofisticati occhiali Romeo’s della Ockley, con il reclutamento della bella ladra Nyah Nordoff-Hall mentre sta rubando un prezioso Bulgari, con un inseguimento spettacolare fra un Audi ed una Porche che ovviamente (considerato il fatto che appartengono alla stessa famiglia) si equivalgono in prestazioni e così via fino ad arrivare alle incredibili acrobazie che Cruise riesce a fare con una Triumph nel finale del film. Praticamente impossibile non apprezzarli.

   I due film vengono però in pochissimo tempo sorpassati e i loro piazzamenti “dimenticati” in quanto fanno la loro comparsa altri tre importanti casi destinati a fare “scandalo”: Cast away film di Robert Zemeckis dove un top manager della FedEx naufraga su di un isola deserta riuscendo a sopravvivere proprio grazie ai pacchi della sua azienda[2], What women want (Nancy Meyers, Usa, 2000) con Mel Gibson coinvolto in una sfida con la sua collega Helen Hunt per la nuova pubblicità delle Nike[3] ed Evolution che racconta di un’invasione aliena sventata grazie a Head & Shoulder e dei protagonisti della vittoria ingaggiati dalla Procter & Gamble per la pubblicità dello shampoo che viene mostrata nel finale del film.[4] 

   Nessuna di queste idee per la verità è nuova,[5] ma il modo di proporle è diventato più intrigante, più elaborato e sicuramente di maggior effetto.

   Per quanto riguarda i primi anni di questo decennio si possono trovare alcuni trend comuni.

   Innanzitutto il prodotto viene sempre più spesso utilizzato in maniera spettacolare o divertente come dimostra la Wonderbra che fa indossare il proprio reggiseno a Mel Gibson in What women want poco prima di farlo cadere nella vasca da bagno dove subirà una sorta di elettroshock, della Triumph che fa un’operazione quasi analoga con Lau Ching-wan e Louis Ko ne La brasserie (Chuet sai hiu bra, Patrick Leung, Hong Kong, 2001) film comico interamente basato sul reggiseno[6] e di Victoria’s Secret, la più importante casa di biancheria intima americana, la cui pubblicità con Lara Flynn Boyle in mutandine e reggiseno appare sul primo giornale trovato dall’alieno appena sbarcato sulla terra che decide così di assumere le sembianze della modella in Men in Black 2 (Barry Sonnenfeld, Usa, 2002).

   Un altro trend abbastanza diffuso in questi anni è stato quello di far lavorare i protagonisti del film per aziende note. Si va appunto da Tom Hanks per FedEx in Cast away che spiega le regole per avere successo nel campo delle spedizioni, Helen Hunt “rubata” dalla Sloane Curtis alla DDBO dove faceva la supermanager in What women want alla bella Justine Waddell che lavora come commessa alla Virgin di New Orleans in Dracula’s legacy (Dracula 2000, Patrick Lussier, Usa 2001) a Jenna Elfman che convince McDonald’s a non lanciare un nuovo tipo di McMenù in Tentazioni d’amore (Keeping the faith, Edward Norton, Usa, 2000) fino a Giovanni Storti che fa il manichino per Coin in Chiedimi se sono felice (Aldo, Giovanni, Giacomo, Massimo Vernier, I, 2000) a Rupert Everett commesso per Bulgari in South Kensinghton (Carlo Vanzina, I, 2001) e a Dario Grandinetti giornalista di El Pais in Parla con lei (Hable con ella, Pedro Almodovar, E, 2002).

   Interessanti anche le parodie delle pubblicità fatte dai protagonisti dei film. fra le più riuscite quella true della Bud in Scary Movie (Keenen Ivory Wayans, Usa, 2000),  quella di Nike in Scary Movie 2 (Keenen Ivory Wayans, Usa, 2002) e quella delle Mentos in Shriek - Hai impegni per venerdì 17?  (Shriek if you know what I did last Friday the 13th, John Blanchard, Usa, 2000).

   L’ultimo “caso” scoppiato in ordine di tempo è stato quello di Minority report (Steven Spielberg, Usa, 2002) film che ripropone alcuni storici casi di product placement in versione futurista.

   Fra le 19 brand presenti i migliori posizionamenti spettano a Guinness, American Express e Blu di Bulgari, con cartelloni pubblicitari tridimensionali che riconoscono il consumatore attraverso la retina e lo chiamano per nome invitandolo a comprare il prodotto. Bello in tal senso anche il posizionamento di GAP con negozio con ologramma che nello stesso modo riconosce il cliente ricordandogli esattamente quand’è stata l’ultima volta che ha fatto visita allo show room.[7]

   Fra gli altri posizionamenti interessanti ci poi quelli della Lexus, la cui macchina del futuro è già stata definita come un impossibile oggetto del desiderio, e la Revo con il posizionamento dei suoi occhiali che ricorda vagamente quello di un giornale[8] in Sette note in nero di Lucio Fulci del 1977 e che sta alla base del mistero film.

  

 

 



[1] ..., Sean William Scott e Orlando Jones in Evolution, Ivan Reitman, Usa, 2001.

[2] Dopo essere stato salvato Chuck Noland (Tom Hanks) viene festeggiato nel quartier generale della Fedex dal presidente della società e dai dipendenti: tutti rigorosamente autentici.

[3] E non solo il film, che si svolge in una agenzia pubblicitaria di New York, contiene la bellezza di 50 posizionamenti da manuale.

[4] In Italia l’uscita del film in videocassetta fu poi sponsorizzato dallo shampoo.

[5] La birra uccide gli zombi in Zombies party (Rodd Matzsui, Usa, 1989), Cuba Coodding jr. appare in una pubblicità nel finale di Jerry Maguire (Cameron Crowe, Usa, 1997), James Cagney lavora per la filiale di una nota bibita a Berlino in Uno, due, tre (One, two, three, Billy Wilder, Usa, 1961) mentre numerosi sono stati i film che riguardavano le campagne pubblicitarie di determinati prodotti.

[6] Il film si è classificato ai primi posti nelle classifiche orientali dell’anno ed ha già visto un seguito.

[7] La scena risulta particolarmente divertente in quanto l’agente John Anderton (Tom Cruise) si è appena fatto trapiantare nuovi occhi da un medico clandestino e attraverso il commesso veniamo a sapere che erano quelli di un giapponese.

[8] Il nuovo settimanale.


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